Descrizione
Perle preziose da visitare sono le chiese vicinali, disseminate sui fianchi del Matajur e del Craguonza-Mladesiena o nel fondovalle. Costruite a sua volta su precedenti postazioni militari, furono luoghi di culto e di incontro della gente, ma anche sede delle riunioni delle vicinie, le assemblee dei capifamiglia che amministravano i beni della chiesa e della comunità.
Quasi tutte presentano tracce del romanico, ma furono trasformate nel tardogotico sloveno tra il XV e XVI secolo. Tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII secolo furono arricchite con altari lignei dorati. Queste mirabili opere di mastri intagliatori provenienti dalla Slovenia si possono ancora ammirare, oltre che nella Grotta d'Antro, nelle chiese di Sant'Ulderico e di San Leonardo a Rodda.
Di ampi affreschi, probabilmente risalenti al XVI secolo, è ornata la chiesa di San Donato sopra Lasiz. Sono da ricordare, inoltre, San Lorenzo di Mersino, Santo Spirito di Spignon e San Giacomo di Biacis. Di antica fondazione sono anche le chiese parrocchiali, ampliate nel XIX secolo, di Sant'Andrea sopra Goregnavas, San Silvestro ad Antro, di San Floriano a Brischis, di antica fondazione come testimonia una lapide del 1477 che si riferisce ad Andrej di Škofja Loka, di San Zenone di Rodda, che conserva un prezioso lacerto pittorico del XIII-XIV secolo, mentre nei boschi di Pegliano si alzano ancora le rovine della chiesa di San Nicolò, un luogo di culto le cui prime testimonianze risalgono al XIV secolo.